Come creare una strategia efficace di content marketing in 7 facili mosse
Mentre Google rilascia puntualmente nuovi aggiornamenti al proprio algoritmo di ricerca, il lavoro di SEO si fa via via più complesso ed il rischio di incorrere in penalizzazioni si fa sempre più alto. In questo articolo vediamo come strutturare una semplice strategia di content marketing finalizzata al miglioramento del ranking su Google ed a generare lead nell’era post Penguin e PBN de-indexing.
Autore: Marco Piacquadio
Verificare posizionamento delle keywords nella SERP
Tra le soluzioni premium noi ci troviamo molto bene con MOZ Pro e SemRush, ma un’alternativa sicuramente valida è Ahrefs.
Se cerchiamo un software gratuito invece possiamo contare su WhatsMySerp, che offre ai propri utenti la verifica del posizionamento delle keywords senza limiti, salvarle e verificarne l’andamento nel tempo. In alternativa possiamo usare il rank cecker di Serps.
Verificare velocità di caricamento
Inoltre rientra fra i fattori determinanti nella user experience: la velocità di caricamento influisce direttamente sul tasso di conversione e sulla frequenza di rimbalzo.
Per effettuare questo test possiamo usare sia lo strumento seo gratuito offerto da Pingdom, che GTmetrix.
Verificare stato di salute del sito web
Valutazione obiettivi
Settaggio strumenti di analisi di Google
Settaggio obiettivi di conversione
Apriamo Analytics in modalità “real time” alla voce conversioni e verifichiamo che, compilando il form, risulti un utente X attivo che abbia effettuato una conversione. Assicuratoci che funzioni, torniamo sull’admin di Analytics e creiamo un filtro che escluda il nostro IP.
Google Keyword Planner
Lo strumento ci consiglierà una serie di keywords che andremo a selezionare in base ai parametri nelle colonne “media delle ricerche mensili” e “concorrenza”.
L’obiettivo sono le chiavi di ricerca con bassa/media concorrenza e una buona media di ricerche mensili. Per essere precisi, le chiavi di ricerca con basso numero di ricerche mensili sono in genere formate da più parole, chiamate long-tail keyword, una risorsa eccellente per pescare con facilità traffico ben targhettizzato e facili posizionamenti.
Spiare i competitors
Un esempio pratico: ipotizziamo di essere dei fornitori di lampade industriali. Cerchiamo su Google lampade a campana e troviamo al primo posto www.italtesla.it.
Effettuiamo la ricerca su Google Planner e scopriamo che hanno puntato su una nicchia di mercato a cui noi non avevamo lontanamente pensato!
Dal punto di vista strettamente tecnico, utilizzare un blog interno ha il vantaggio di generare traffico diretto, di aumentare le pagine indicizzate, la link juice, il tempo di permanenza medio, la percentuale di returning visitors e, con molta probabilità, aumentare il numero medio di pagine per visitatore. Di contro, si tratta di link interni e non backlinks.
Dal punto di vista dei contenuti, invece, siamo limitati in quanto contenuti brandizzati. In sostanza, possiamo lavorare su contenuti informativi e pubblicitari, ma non possiamo creare articoli di benchmarking ed esprimere giudizi qualitativi in merito ai servizi offerti.
Creare una rete di contenuti è una soluzione che ci libera dai vincoli del brand e ci offre l’opportunità di costruire backlinks, ma che ci porta a prestare molta attenzione per via degli aggiornamenti Penguin e PBN de-indexing. In primis dobbiamo evitare che i due siti siano hostati sullo stesso server, stesso IP o intestato alla stessa persona. Ma le variabili sono tante, per cui ci concentriamo in questo articolo sul blog interno al sito.
Potrà risultare banale, ma sempre più spesso mi accorgo come sia importante ricordarlo: validi contenuti hanno caratteristiche di:
unicità, qualità, quantità.
Contenuti che hanno queste caratteristiche attraggono con facilità nuova utenza, stimolano la condivisione sui social e ottengono backlinks di valore.
Dalle keywords alla contenuto
BuzzSumo è senz’altro uno dei software premium che più consiglio a chi si occupa di content marketing. Permette infatti di ricercare sulla base di keyword o argomento gli articoli che più generano traffico e condivisioni, potendo filtrarli per data di pubblicazione, piattaforma social di condivisione, tipologia di contenuto, regione geografica, lingua.
Trovare contenuti su Google
Sappiamo fare di meglio?
Se la risposta è affermativa, iniziamo a lavorarci sopra. Non dimentichiamo che tra i contenuti che più vengono condivisi ci sono i tutorial, le infografiche e le liste (Approfondimento: Content Marketing: quali tecniche utilizzare per la mia azienda?).
Scrivere un titolo coinvolgente
Alcuni trucchi sono:
l’uso dei numeri negli elenchi,
es. “6 Facili Strategie di Marketing per un e-Commerce di Successo”
oppure “Web Marketing: Come ho Aumentato del 300% le Visite in una Settimana”
stimolare la curiosità,
es. “Matt Cutts ci Svela i 5 segreti dell’Aggiornamento Penguin”
Font e dimensione font
Detto ciò, è necessario adattarlo a target e contenuto.
Non userei l’Helvetica (usato in questo sito) per parlare di medicina ayurvedica, e non userei un Times per parlare di tecnologia laser di ultima generazione. Sicuramente eviterei dimensioni del font troppo piccole, che calibrerei comunque sulla base delle caratteristiche di professionalità e livello culturale del target di utenza.
Se scrivo un’articolo sulla bevanda magica che fa dimagrire di 5 chili in una settimana (…parlo per esperienza, ma non mi giudicate), userò caratteri cubitali, titoli ad alto contrasto, colori saturi.
Immagini
Le immagini inoltre sono un ottimo veicolo SEO, che, viaggiando su un canale separato (Google immagini), possono essere utili per posizionarsi in campi altamente competitivi.
Si possono realizzare intere strategie basate sulle immagini. Un esempio è il blog sugli eventi d’arte curato dalla nostra redazione: Katarte.it, con più di 1000 immagini indicizzate nella prima posizione su Google immagini.
Call to Action (CTA)
Una introduzione veloce, un discorso analitico diviso in sezioni, una conclusione. Se abbiamo attirato l’attenzione dell’utente, lo abbiamo coinvolto o aiutato nel risolvere un problema, lo abbiamo convinto di essere un interlocutore affidabile, sarà predisposto al contatto.
Dichiarare l’offerta del proprio servizio o del motivo della richiesta di contatto a questo punto permetterà una possibile conversione.
E’ il momento di giocare la carta del Call to Action:
Sei un Blogger? Sei Appassionato di SEO?
Raccontaci della tua rete di contenuti e scopri come collaborare con il team di Simpliza
Il segreto sta nell’intercettare le intenzioni del nostro utente target e creare contenuti ad hoc che sarà disposto a consumare, persuadendolo ad entrare nel funnel che porterà all’obiettivo, che sia l’acquisto di un prodotto, il download di un gioco, o, (come in questo caso) l’invito alla discussione o il contatto.